Opere monumentali a carattere pubblico

UNGARETTI

Parco Ungaretti
Sagrado di Isonzo, Gorizia

2008-2009, Bronzo, h 230 cm

Giuseppe Ungaretti a fine agosto del 1916 consegna sul Carso, in zona di combattimento, al giovane tenente Ettore Serra quello che considera il suo “tascapane spirituale”, il quale contiene le poesie scritte nei mesi della guerra su foglietti, cartoline, margini di vecchi giornali, spazi vuoti di lettere ricevute.
L’intento del fante poeta è di affidare al tenente, che ha conosciuto nella primavera del 1916 a Versa e con il quale ha subito stretto una profonda amicizia, le poesie scritte nei mesi precedenti al fronte sul San Michele e sul Carso di Sagrado o nelle pause di recupero nei paesi vicini di Versa e Mariano, affinché non vadano perdute nell’eventualità della sua morte.
Ettore Serra ama la poesia ed è poeta egli stesso. Profondamente colpito dalla forza e dall’originalità di quei versi, egli propone all’amico soldato di pubblicarli a proprie spese presso lo Stabilimento Tipografico Friulano di Udine, e immediatamente si attiva. La prima silloge di Ungaretti uscirà in ottanta copie con il titolo “Il porto sepolto” nel dicembre del 1916 e raccoglie le poesie scritte in un anno, come confesserà l’autore, “dal primo giorno in trincea, e quel giorno era il giorno di Natale del ‘15 , e io ero sul Carso, sul Monte San Michele”.
La antica villa di Castelnuovo e l’intera tenuta di Castelvecchio in Sagrado – ora in gran parte coltivata a vigneto – è collocata proprio nei luoghi dove furono combattute le prime battaglie sull’Isonzo, e dunque nell’area che fu il teatro di guerra del soldato Giuseppe Ungaretti.
Il territorio che circonda la storica villa, la quale per un periodo fu sede del comando militare italiano, conserva ancora vivi i segni e le tracce di quelle aspre battaglie, ed all’interno della villa stessa sono stati recentemente scoperti interessantissimi graffiti tracciati dai soldati al fronte.
Il poeta Andrea Zanzotto, che di Ungaretti fu amico ed allievo prediletto, ha scritto nella prefazione del libro di Lucio Fabi dedicato all’esperienza bellica del poeta soldato: “E’ di particolare interesse l’indicazione precisa dei luoghi dove si sono formate parecchie delle più note poesie ungarettiane e anche il corredo degli itinerari di guerra aiuta a comprendere meglio l’opera del poeta. Chi vorrà ripercorrere quei luoghi non potrà non sentire l’attualità ancora bruciante e quindi l’insegnamento vitale dell’esperienza di Ungaretti”.
Il primo parco in Italia dedicato a Giuseppe Ungaretti – ideato, curato e diretto da Gianfranco Trombetta – intende proprio suggerire un percorso di memoria e meditazione sui primi celebri versi del poeta attraverso i luoghi che furono teatro della terribile tragedia della guerra, ora finalmente restituiti alla pace ed all’umana operosità in un contesto paesaggistico di rara bellezza.
I versi composti nelle fangose trincee del Carso insanguinato, sono stati incisi su stele di pietra carsica collocate nel parco e nell’area antistante la villa di Castelnuovo a realizzare un itinerario che ai visitatori consenta proprio di avvertirne tutta l’attualità e la grandezza in un contesto che vuole esaltare e perpetuare, come ha acutamente suggerito Zanzotto, “l’insegnamento vitale dell’esperienza di Ungaretti”.
Il progetto del parco Ungaretti , ha inteso inoltre collocare sulla scalinata di accesso al vasto e suggestivo giardino della villa una statua in bronzo – la cui realizzazione è stata opera dello scultore Paolo Annibali – raffigurante il poeta soldato a grandezza naturale.
Dentro al “sacrario” del parco costituito da un labirinto d’alti tronchi, è stato pure disposto , accanto a due poesie incise su acciaio corten, il ritratto del poeta in età matura inciso su grande lastra di metallo dal maestro d’incisione Franco Dugo.
E’ stata altresì eretta nell’area una torretta – osservatorio in legno, acciaio corten e vetro per consentire ai visitatori di spaziare la vista sull’intero territorio delle prime battaglie e naturalmente sull’Isonzo, a cui il poeta ha dedicato i versi indimenticabili che saranno riprodotti sulle due pareti in vetro in vetta all’osservatorio accanto a quelli dedicati a Bosco Cappuccio.
La progettazione architettonica è stata curata dall’architetto Paolo Bornello.
La realizzazione del parco è stata resa possibile dalla gentile e formale concessione della casa editrice Mondadori e dell’erede del poeta.
All’interno della villa storica di Castelnuovo – costruita alla fine del 16° secolo dai conti della Torre Hohenlohe – il progetto prevede infine di dedicare spazi per la fruizione di materiale audiovisivo, e per la conservazione e divulgazione di documenti letterari e culturali, nonché di testimonianze storiche legate agli eventi dell’epoca.
I promotori dell’iniziativa, assieme a Mirella e Leo Terraneo proprietari della tenuta di Castelnuovo/Castelvecchio i quali hanno assicurato piena adesione e attiva partecipazione al progetto con la disponibilità a concedere l’uso gratuito delle aree interessate, si pongono come finalità generale quella di sviluppare un qualificato turismo culturale con la massima valorizzazione dell’ambiente, della storia, delle tradizioni e delle attività locali.